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Guida agli attacchi sci per alpinismo e discesa libera

Guida agli attacchi sci per alpinismo e discesa libera

Sembra che ricoprano un’importanza marginale, ma gli attacchi da sci sono una parte essenziale dell’attrezzatura quando si va a sciare. Innanzitutto in termini di sicurezza, perché limitano il rischio di gravi lesioni in caso di caduta: se non si riescono a sganciare gli scarponi molto velocemente, il rischio di distorsioni, fratture e strappi muscolari è dietro l’angolo. Inoltre, hanno un effetto essenziale in termini di appagamento e di esperienza complessiva della sciata. Infine, disporre del migliore attacco in base alle proprie esigenze permette di trovare la padronanza necessaria sugli sci e dimostrare al meglio la tecnica.

Il loro acquisto, quindi, è una decisione da valutare con attenzione, considerando diversi criteri.

Le basi: come funzionano gli attacchi da sci

Esistono tantissime tipologie diverse di attacchi da sci, ma, alla base, si può ricondurre la struttura degli attacchi più diffusi a due pezzi principali: la talloniera e il puntale. Queste due componenti sono unite tra loro dalla soletta dell’attacco, che funge anche da rialzo. Il puntale, a forma di “V”, accoglie la punta dello scarpone, mentre la talloniera contiene il sistema di sgancio manuale, che si solleva quando lo scarpone viene fissato sull’attacco e si sblocca premendo sulla talloniera con il bastoncino o con le mani.

Scendendo più nel dettaglio della struttura degli attacchi da sci, possiamo notare come la talloniera sia dotata di un paio di protuberanze in plastica (“ski-stopper”), che si abbassano quando lo scarpone è scollegato, frenando lo sci. Quando la talloniera si solleva ruotano su perni per aprirsi su entrambi i lati. Lo scarpone è mantenuto in sede da molle a precarico regolabile, che si scaricano solo quando la sollecitazione supera una soglia massima che può essere regolata tramite viti.

Qual è la differenza tra le diverse discipline di sci alpino?

Gli attacchi da sci dipendono in primis dalla disciplina che si pratica. Mentre sci di fondo e sci alpinismo sono discipline singole, lo sci alpino include sei discipline: discesa libera (la classica), Super-G (che combina velocità e curve), slalom gigante (la più veloce), slalom (con porte, curve e cambi di direzione), combinata (con due discese contemporanee) e slalom parallelo a squadre miste (quattro sciatori contro quattro a ogni discesa).

Tipologie di attacchi da sci

Chiarite le diverse discipline dello sci, si può passare alla classificazione degli attacchi da sci secondo la singola disciplina. Volendo semplificare, si può dire che ne esistono tre tipologie principali: quelli per sci di fondo, con aggancio della punta e tallone libero, quelli per sci alpino, composti da puntale e talloniera, e gli attacchi freeride o per sci alpinismo, con tallone bloccato in fase di discesa ma libero nei tratti in salita.

Attacchi per sci di fondo

Negli attacchi per sci di fondo la caviglia è totalmente libera. Questo permette il movimento tipico della pattinata o del “passo” che differenzia questa disciplina dallo sci da discesa e dal freeride, nei quali invece tutta l’articolazione del piede può essere bloccata. Generalmente un attacco da fondo è, anche per questo motivo, più semplice e più economico rispetto agli altri.

Attacchi da sci di discesa

L’attacco alpino classico garantisce la massima tenuta dello scarpone da sci e allo stesso tempo un’agevole sgancio in caso di caduta. Solitamente gli sci da pista sono dotati di piastre compatibili con uno specifico tipo di attacco: in questo modo ottimizzano le performance, agevolando la sciata in curva e rendendola più efficace e potente. Allo stesso tempo, la regolazione dell’attacco è molto facile.

Attacchi da freeride o sci alpinismo

Negli attacchi da sci alpinismo, in salita il tallone è staccato dallo sci e si muove liberamente, mentre in discesa lo scarpone rimane fisso. Possono essere basati su due diversi sistemi, che influenzano la posizione degli attacchi da sci alpinismo. Negli attacchi a telaio lo scarpone è fissato a un collegamento fra puntale e talloniera. Con gli attacchi a pin invece lo scarpone viene fissato direttamente allo sci. Esistono anche gli attacchi ibridi, formati da una combinazione di pin e talloniera.

Attacchi da sci: come sceglierli?

Prima di acquistare un attacco da sci, è necessario autovalutarsi e definire il proprio livello di esperienza: principiante, intermedio, esperto. Un aggancio da principiante ha una tenuta più leggera, uno sganciamento più semplice, un peso e un’altezza ridotta. Un aggancio da professionista è più alto e consente una migliore espressione della padronanza tecnica.

Un’altro fattore da considerare è la velocità della disciplina preferita. Chi ama andare forte dovrà affidarsi ad attacchi più prestigiosi e con determinate caratteristiche di tenuta, chi invece preferisce un ritmo lento potrà optare per un prodotto più semplice ed economico.

Il comfort è un fattore importante per chi scia di frequente, mentre la versatilità è una qualità da ricercare se ci si approccia per la prima volta allo sci e non si ha ancora individuato la disciplina che si preferisce, insieme al rapporto qualità prezzo: i costi dell’attrezzatura da sci possono essere importanti, ma non va trascurata la sicurezza. In ogni caso, va controllata la compatibilità tra sci, scarponi e attacchi.

Come regolare gli attacchi da sci

Il valore corretto di taratura dell’attacco è determinato da una normativa ISO. Il Deutsches Institut für Normung (meglio noto come DIN) ha stabilito una serie di valori da 1 a 13 per classificare la forza necessaria per sganciare lo scarpone dall’attacco. Ogni parametro è influenzato da peso, altezza, livello di esperienza e lunghezza della suola dello scarpone. Una volta determinati questi parametri, è necessario regolare:

  • Lunghezza, sulla base delle dimensioni dello scarpone, compito semplificato da una scala graduata nella parte anteriore e posteriore dell’attacco;
  • Compressione, attraverso una levetta nella parte posteriore dell’attacco, che va posizionata al centro, e la parte anteriore dell’attacco, che va spostata avanti e indietro;
  • Durezza, con l’ausilio di un cacciavite, facendo attenzione a non lasciarla a un valore troppo basso (per evitare che lo sci si stacchi quando non è necessario) né troppo alto (per non rischiare che lo scarpone rimanga attaccato allo sci in fase di caduta).

Regole per l’uso e manutenzione degli attacchi da sci

Gli attacchi da sci possono arrugginirsi, accumulare sporcizia e deteriorarsi. Il rischio maggiore riguarda l'eventualità che si blocchino, rendendo difficoltoso lo sgancio. Per evitare che succeda, è consigliabile conservare gli sci in luogo asciutto e caldo, assicurandosi che si asciughino in fretta dopo averli usati, e oliarli periodicamente con prodotti specifici.

Inoltre, è necessario tenerli sempre ben puliti da polvere e terra, curando anche le suole degli scarponi e tenendo controllate le zone di tacco e punta, che tendono a consumarsi con l’utilizzo. A fine stagione, oltre a una pulizia accurata, è bene riportare a zero il precarico delle molle, per poi ripristinarlo all’inizio della nuova stagione.

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